Montfort, arrivo a Loreto
Loreto, casa di Maria
Il pellegrinaggio a Roma, via Loreto. Viene il giorno in cui tutto sembra confuso, gli ideali, le scelte, i contrasti, gli insuccessi. Luigi Maria da Montfort è sacerdote da qualche anno. Era partito con tanto entusiasmo, con la voglia di fare del bene, di portare il Vangelo soprattutto ai più abbandonati. I casi della vita lo avevano condotto a servire i poveri in un ospizio: mendicanti, anziani e malati, donne e uomini emarginati. Si era fatto in quattro per essere di aiuto, mettere ordine, istruire, procurare a tutti il necessario. Ma c’era stato chi si era opposto, chi aveva interesse a non cambiare le cose. Luigi Maria allora esce in città, come missionario predicatore. Ma anche qui sorgono opposizioni. Il giovane sacerdote sente la crisi montare nell’anima. Decide di fermarsi, di riflettere, di chiedere aiuto a Dio. E lo fa con un pellegrinaggio. A Roma, dal Papa. Ha bisogno di luce, di conferme o di correzioni. Vuole obbedire, vivere di fede.
A Roma a piedi, andata e ritorno. Occorrono mesi. Per Luigi Maria diventa un lungo ritiro spirituale. Tempo di preghiera e di penitenza, di meditazione, alla ricerca della volontà di Dio su di sé: per predisporsi a seguire forse nuove strade, a convertirsi dunque. Un pellegrinaggio, anche oggi, è questo. Una pausa nell’ordinario dei nostri giorni, un tempo di preghiera, una ricerca di Dio, disponibili a convertirsi.
Ma sulla strada di Roma, Montfort vuole mettere prima Loreto, santuario mariano. Come dire che «È per mezzo di Maria che Gesù Cristo deve regnare nel mondo» (VD 1). E la sua convinzione di sempre, da lui sperimentata e poi insegnata.
Loreto era già nel 1700 una mèta per molti pellegrini, dall’Italia e dell’Europa. Molti santi vi si sono recati. Nei viaggi dal Nord, spesso era una tappa, prima di giungere a Roma. La Santa Casa, reliquia unica al mondo, attirava la devozione. Il suo significato richiamava lo stesso mistero fondamentale della fede cristiana, la Incarnazione del Verbo.
Per Montfort, era musica all’orecchio. Formato alla scuola di Bérulle e dei maestri sulpiziani, egli stesso aveva posto a fondamento della propria spiritualità il mistero della Incarnazione, «Il primo mistero di Gesù Cristo, il più nascosto, il più alto e il meno conosciuto» (VD 248), «Il mistero nel quale Gesù Cristo appare in Maria, fatto uomo nel suo grembo» (VD 246). Vicino a Parigi, nella residenza estiva del seminario St. Sulpice, la chiesa era dedicata alla Madonna di Loreto. Olier, il fondatore del seminario, era molto devoto del santuario di Loreto, che aveva egli stesso visitato, e convinto della spiritualità mariana fondata sul mistero della Incarnazione, come del resto l’interra teologia cristiana.
Tra febbraio e marzo 1706, Montfort si mette dunque in cammino dalla Francia. Non sappiamo nei dettagli quale itinerario abbia percorso, ma abbiamo la prova che era a Roma per la metà del mese di maggio. Dunque si può supporre che fosse durante aprile a Loreto, dove rimane per circa 15 giorni, in preghiera e meditazione, ospitato prima in qualche struttura per pellegrini e poi invitato in casa da un cittadino laure- tano.
Dimora della Sapienza
La Santa Casa è la dimora di Maria a Nazareth, dimora pure di Gesù e di Giuseppe, la santa famiglia. Montfort scrive: «Signore Gesù, quanto sono amabili le tue dimore! Il passero ha trovato una casa per abitarvi e la tortora un nido dove porre i suoi piccoli. Quanto è felice l’uomo che abita nella casa di Maria, dove tu stesso hai stabilito per primo la tua dimora!» (VD 196). Gesù, la Sapienza di Dio, ha trovato dimora in Maria. E Montfort sospira: «Quando possiederò questa amabile e sconosciuta Sapienza? Quando verrà ad abitare presso di me? Quando sarò tanto adorno per servirle da dimora?» (L 16).
A Roma, Luigi Maria desiderava ravvivare la propria fede in Gesù Cristo e nella sua Chiesa, in obbedienza al Papa, disponibile alla missione che gli avrebbe indicato. Ma è in Maria che egli vive la comunione con Gesù Cristo. La permanenza a Loreto per un periodo piuttosto lungo di preghiera e di contemplazione testimonia una esperienza spirituale densa e profonda, interiore e mistica, espressione di gioia sublime: «Quale gioia poter entrare e dimorare in Maria, dove l’Altissimo ha posto il trono della sua gloria suprema!» (VD 262). Nel seminario di St. Sulpice, a Parigi, Luigi Maria era stato alla scuola di Olier, maestro spirituale, che scriveva: «La celeste e divina dimora di Gesù in Maria e di Maria in Gesù è simile a quella di Gesù in Dio suo Padre e di suo Padre in lui. Poiché ‘Io sono nel Padre mio – dice – e il Padre mio è in me, così voi siete in me e io in voi’. Se dice questo dell’anima dei fedeli e di tutta la Chiesa, quanto più lo si deve dire della sua santa Madre, che sorpassa il resto della Chiesa quanto la luce del sole supera quella di tutti gli astri» (Lettere, 77).
Il pellegrinaggio del 1706 del Fondatore san Luigi Maria da Montfort ha lasciato una preziosa eredità ai suoi figli spirituali della Compagnia di Maria, quasi a voler continuare e perpetuare la sua stessa presenza accanto alla dimora di Maria di Nazareth, con lo tesso spirito con cui egli aveva vissuto quei 15 giorni di estasi. Quando, 200 anni più tardi, la sua Congregazione si è stabilita in Italia e, dopo i primi passi, si è consolidata, Loreto è stata scelta come sede del seminario teologico. Per 30 anni (1931-61), i novelli sacerdoti hanno ricevuto l’ordinazione nella basilica della Santa Casa, segnando con una forte nota mariana la loro missione apostolica, prima di partire per il mondo come missionari. Anche quando lo studentato è stato trasferito a Roma, è rimasto vivo il proposito di tornare a Loreto, come luogo ispiratore del carisma mariano e missionario del Fondatore. Da alcuni anni la Compagnia di Maria è presente accanto alla Santa Casa, in cui “il Verbo si è fatto carne”. Nel 1995, su invito del Vescovo Pasquale Macchi, i padri monfortani hanno assunto il servizio alla parrocchia Santa Maria Adolescente. E ultimamente si è costituita una nuova presenza, con il preciso mandato di far conoscere la spiritualità della consacrazione a Gesù per Maria, insegnata da Montfort.
E un servizio richiesto oggi nella Chiesa da anime spirituali, da gruppi e movimenti, che vivono, o che desiderano conoscere e approfondire la dottrina spirituale del “Totus tuus!”, tanto cara anche a Giovanni Paolo II, così come a tanti altri santi e beati. La fiaccola accesa a Loreto dalla preghiera di san Luigi Maria da Montfort 300 anni fa, nel silenzio e nel nascondimento di un umile pellegrino, getta la sua luce oggi su centinaia di fedeli, uomini e donne, sacerdoti e laici, giovani e anziani, che annualmente si ritrovano qui per rinnovare la propria consacrazione a Gesù per mezzo di Maria, espressione e stimolo di un cammino spirituale, iniziato nel battesimo, reso consapevole dall’incontro con gli scritti di Montfort, e ben determinato a proseguire sulla via della santità, per essere “veri apostoli degli ultimi tempi” (VD 58). Sulla via di Roma, anche oggi troviamo Loreto. «Se voglio promuovere una solida devozione alla santissima Vergine, è solo per promuovere in modo più perfetto quella di Gesù» (VD 62).
Fonte: Battista Cortinovis, L’Apostolo di Maria, aprile 2017