«Il viaggio di Maria nella Visitazione, fatica e fretta, è metafora della fede, infatti non a caso si dipana sui sentieri tortuosi e faticosi delle montagne di Giuda, e sembra indicare un percorso di vita ben più articolato, la difficoltà e il tempo necessari per il maturare della vocazione, per la gestazione della fede.
Maria va portando il Verbo, a sua volta portata dall’avvenire che è in lei. Origene designa questo andare, gravidi di Dio, per le strade del mondo, come l’immagine suprema di ogni credente: ferens Verbum (Origene, In Exodum, X,3). Passare nel mondo portando il Verbo, portando colui che ti porta, in cammino verso l’intera umanità, una vita con dentro un’altra vita, uno e due al tempo stesso, come la madre e il bambino dentro il suo grembo. «Questa è tutta la ricchezza del mistero… Cristo in voi» (Col 1,27).
La ricchezza del mistero è di una semplicità abbagliante: Cristo in me. Dove sta Dio? Chiese un giorno il maestro ai suoi discepoli. Ma come, rabbi, risposero, ci hai sempre insegnato che Dio è in cielo e in terra e in ogni luogo. E il maestro: Mi sbagliavo. Dio sta soltanto là dove lo si lascia entrare. Lasciarlo entrare in noi, come una donna incinta lascia entrare e crescere una vita nuova in sé. E questa vita nuova modifica colei che la ospita, la cambia nel corpo e nel cuore. E fa sì che viva contemporaneamente due vite. Allo stesso modo il credente vive due vite, la sua e quella di Dio che lo abita, e lo lavora, lo plasma, e a poco a poco lo trasfigura in immagine somigliante» (Ermes Ronchi).